E’ possibile camminare sui sogni degli altri? La poesia di William B. Yeats mi ha fatto riflettere; sicuramente lo abbiamo fatto almeno una volta, inconsapevolmente. Quando di fronte a un pensiero, un’idea, un’intuizione dei nostri figli, nipoti, alunni – bambini o adolescenti – abbiamo minimizzato, ridicolizzato oppure non compreso: abbiamo camminato sui loro sogni. Ogni volta che abbiamo impedito, durante le fasi della crescita, lo sviluppo del pensiero divergente, dell’autostima e della possibilità di pensarsi diversi, abbiamo calpestato una possibilità del futuro adulto del bisogno di sentirsi diverso. Di realizzare quell’unicità che rende ciascuno di noi “l’altro”. Un essere unico e irripetibile!
Cammini sui miei sogni
Se avessi il drappo ricamato del cielo,
Intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
I drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
Dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
Stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
Invece, essendo povero, ho soltanto sogni;
E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.
Aedh Wishes for the Cloths of Heaven
Had I the heavens’ embroidered cloths,
Enwrought with golden and silver light,
The blue and the dim and the dark cloths
Of night and light and the half light,
I would spread the cloths under your feet:
But I, being poor, have only my dreams;
I have spread my dreams under your feet;
Tread softly because you tread on my dreams.