Sempre ubriachi di gioia, ecco cosa credo voglia trasmettere Charles Baudelaire in Ubriacatevi. Così intitola addirittura la poesia dove incita a essere sempre ubriachi. Ovviamente si tratta di una metafora, dobbiamo imparare a essere ebbri, eccitati, esaltati, cercare in ogni modo di sentire la gioia: essere ubriachi di gioia! Questa emozione così pazzesca che, come dice la professoressa Lucangeli, non si è trasformata in un sentimento perché dobbiamo continuare a cercarla ovunque, in qualsiasi cosa! Ubriachiamoci di gioia. Troviamola in ogni situazione, continuiamo a scovare nuove esperienze che ci possono portare a gioire! Nella poesia, nella natura, negli animali, nello sport, negli abbracci, nei bambini e in qualsiasi altra cosa. Cerca ancora, prova a sentire la gioia! Ecco come mi sento oggi: ubriaca di gioia; dopo una giornata a cavallo immersa nella natura insieme a tante altre belle persone!
Ubriacatevi
Bisogna essere sempre ubriachi.
Tutto sta in questo: è l’unico problema.
Per non sentire l’orribile fardello del tempo.
Del tempo che rompe le vostre spalle
e vi inclina verso la terra,
bisogna che vi ubriachiate senza tregua.
Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù,
a piacer vostro. Ma ubriacatevi.
E se qualche volta sui gradini di un palazzo,
sull’erba verde di un fossato,
nella mesta solitudine della vostra camera,
vi risvegliate con l’ubriachezza già diminuita o scomparsa,
domandate al vento, all’onda, alla stella, all’uccello, all’orologio,
a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme,
a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta,
a tutto ciò che parla, domandate che ora è;
ed il vento, l’onda, la stella, l’uccello, l’orologio vi risponderanno
“È l’ora di ubriacarsi!
Per non essere gli schiavi martirizzati del tempo, ubriacatevi;
Ubriacatevi senza smettere!
Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro.”
Enivrez-Vous
Il faut être toujours ivre.
Tout est là:
c’est l’unique question.
Pour ne pas sentir
l’horrible fardeau du Temps
qui brise vos épaules
et vous penche vers la terre,
il faut vous enivrer sans trêve.
Mais de quoi?
De vin, de poésie, d’amour ou de vertu, à votre guise.
Mais enivrez-vous.
Et si quelquefois,
sur les marches d’un palais,
sur l’herbe verte d’un fossé,
dans la solitude morne de votre chambre,
vous vous réveillez,
l’ivresse déjà diminuée ou disparue,
demandez au vent,
à la vague,
à l’étoile,
à l’oiseau,
à l’horloge,
à tout ce qui fuit,
à tout ce qui gémit,
à tout ce qui roule,
à tout ce qui chante,
à tout ce qui parle,
demandez quelle heure il est;
et le vent,
la vague,
l’étoile,
l’oiseau,
l’horloge,
vous répondront:
“Il est l’heure de s’enivrer!
Pour n’être pas les esclaves martyrisés du Temps,
enivrez-vous;
enivrez-vous sans cesse!
De vin, de poésie, d’amour ou de vertu, à votre guise.”