“L’uomo non può sopportare una vita priva di senso”. C.J. Jung
La meditazione guidata che avevo fatto prevedeva di farsi una domanda: di cosa si poteva essere veramente grati, sia relativamente al periodo di quarantena, ma anche in generale? Mentre continuavo a respirare facendo sempre maggiore attenzione a quelle parti del mio corpo contratte che gradualmente si rilassavano man mano che la respirazione riusciva a essere più profonda, la risposta era emersa.
Si trattava di qualcosa che inizialmente non riuscivo a definire, sembrava quasi non avere senso; avevo dovuto attendere di riaprire gli occhi e riflettere in maniera più cosciente per riuscire a dargli una forma: <<per la possibilità di avere accesso alla conoscenza>>. Conoscere, sapere, studiare attraverso la lettura e la cultura tout court, ma anche attraverso l’incontro con altre persone che si interrogavano costantemente e non ultimo la possibilità di sperimentare con tecniche differenti che prevedevano anche l’utilizzo del corpo e di tutti i sensi. In tutte quelle differenti modalità avevo la possibilità di accedere alla Conoscenza. Una Conoscenza fatta soprattutto di consapevolezza, di ricerca continua di informazioni da continuare a analizzare e spesso mettere in discussione.
Prima ancora che la compiutezza di quella frase acquisisse un significato, un senso, che poteva essere comunicato non solo a me stessa, ma anche a altri, avevo provato una gioia inspiegabile. Avevo sentito il mio corpo quasi libero di poter volare e nonostante i miei occhi fossero ancora chiusi la luce che entrava dalla finestra del soggiorno sembrava volesse entrare dentro di me. Inoltre, pian piano mi accorgevo che la mia bocca si muoveva involontariamente fino a quando un sorriso non mi si era stampato sul viso.
Non sono in grado di ricordare il momento della mia vita in cui ho capito che volevo sapere, conoscere, ma per lungo tempo quel sapere mi era servito per riuscire a trovare argomenti convincenti agli occhi degli altri relativamente alle mie idee. Gradualmente si era trasformato e da anni ogni volta che venivo a conoscenza di teorie, idee, pensieri mai immaginati fino a quel momento e il alcuni casi opposti al mio pensiero del momento o anche a quello dominante, sentivo che qualcosa accadeva dentro di me. Uno stupore che si mescolava in un secondo tempo a una riflessione; corrispondeva a uno specifico movimento oculare associato a una sensazione impossibile da spiegare.
Col trascorrere del tempo quella sensazione e quell’accadere mi confermavano ogni volta e sempre di più <<ciò che ero e ciò che volevo essere>>, qualcosa che era impossibile evitare, come se non ci fosse scelta possibile e quella fosse LA SCELTA, l’unica possibilità che avevo di essere e divenire.
Gradualmente nel corso degli anni avevano compreso che non solo mi permettevano di individuarmi, ma soprattutto che quello era il modo in cui davo senso alla mia vita.