Tutti i nostri ieri è il titolo di una poesia di Jorge Luis Borges che mi ha particolarmente colpito. Adesso più che mai, dopo aver conseguito una nuova qualifica che mi permetterà a breve di iniziare anche un nuovo lavoro mi accorgo di quanto io sono una molteplicità “di chi tra quanti fui“! Quanta parte di noi è frammista a una serie di “personaggi” che si sono susseguiti nel corso degli anni e quanto il legame tra tutti loro fa il nostro IO di oggi? Interessante riflettere come non solo quelle diverse persone che fummo, ma anche la storia che ci hanno portato a dipanare, fanno la trama della nostra esistenza, il senso del nostro esistere!
Tutti i nostri ieri
Mi chiedo di chi sia il mio passato.
Di chi tra quanti fui? Del ginevrino
che abbozzò qualche esametro latino
dai numerosi lustri cancellato?
Del bimbo che cercava nella vasta
biblioteca del padre le precise
curve del planisfero e le ferali
forme della pantera e della tigre?
O di quell’altro che spinse una porta
oltre la quale un uomo eternamente
si spegneva e baciò nel bianco giorno
il volto che moriva e il volto morto?
Io sono loro, che non sono più. Invano
io sono nella sera quella perduta gente.
Todos nuestros ayeres
Quiero saber de quién es mi pasado.
¿De cuál de los que fui? ¿Del ginebrino
que trazó algún hexámetro latino
que los lustrales años han borrado?
¿Es de aquel niño que buscó en la entera
biblioteca del padre las puntuales
curvaturas del mapa y las ferales
formas que son el tigre y la pantera?
¿O de aquel otro que empujó una puerta
detrás de la que un hombre se moría
para siempre, y besó en el blanco día
la cara que se va y la cara muerta?
Soy los que ya no son. Inútilmente
soy en la tarde esa perdida gente.