L’usignolo, di Corrado Govoni parla della solitudine. Una condizione che nella cultura occidentale rappresenta qualcosa spesso di negativo, una situazione da evitare. Invece la solitudine è insieme alla noia e all’ ozio ciò che ci permette di crescere. Ci obbliga all’immobilità in un mondo frenetico che non lascia spazio allo “stare” a rimanere in compagnia di sé stessi e imparare ad apprezzarsi, ma soprattutto a migliorare. Ci spinge al cambiamento, l’unica costante reale dell’ esistenza.
L’usignolo,
Affondata nell’aborrita amara sabbia
della mia vita senza volto
resti solo, usignolo,
la diafana conchiglia del tuo canto
fossile musica
tutta curve di donne sognate
levigata di lampi
con un ruvido odore di tuoni lontani