Ognuno di noi è l’inesorabile specchio dell’altro. In questo inizio di nuovo anno mi è tornata la voglia di studiare e durante la lettura di un saggio sulle dipendenze mi hanno profondamente colpito le parole del curatore nella prefazione. Le riporto perché non potrei ridirle con la stessa meravigliosa e commossa forma in cui ha saputo esprimerle. “Quanto siamo disposti a intravedere nello sguardo degli altri, “lucidi o tossici che siano” [e aggiungo disabili], gli specchi che rimandano talvolta la parte migliore ed ancora irraggiunta di noi stessi? Ci sono io, ci sei tu, ci sono le nostre emozioni, le nostre ragioni. Le nostre storie.” Quasimodo poeticamente racconta di quanto siamo anche “acqua di nube” che rispecchia pezzi di cielo.
Lo specchio
Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.