Le notti prima della luna piena mi portano quasi sempre l’insonnia. In quest’ultima settimana ho sofferto parecchie notti insonni. Svegliarsi e vedere fuori dalla finestra quella luce intensa e piena è un’esperienza che mi emoziona in maniera indicibile. Le parole non sono sufficienti per descrivere la veglia notturna sotto i cieli estivi. Nel silenzio mi culla il lieve russare della mia compagna a quattro zampe che non guarda l’infinito, come quello della poesia di Saba, ma si gode la pace!
L’insonnia di una notte d’estate
Mi sono messo a giacere
sotto le stelle,
una di quelle
notti che fanno dell’insonnia tetra
un religioso piacere.
Il mio guanciale è una pietra.
Siede, a due passi, un cane.
Siede immobile e guarda
sempre un punto, lontano.
Sembra quasi che pensi,
che sia degno di un rito,
che nel suo corpo passino i silenzi
dell’infinito.
Di sotto un cielo così turchino,
di una notte così stellata,
Giacobbe sognò la scalata
d’angeli di tra il cielo e il suo guanciale,
ch’era una pietra.
In stelle innumerevoli il fanciullo
contava la progenie sua a venire;
in quel paese ove fuggiva l’ire
del più forte Esaù,
un impero incrollabile nel fiore
della ricchezza per i figli suoi;
e l’incubo del sogno era il Signore
che lottava con lui.