Il docente al quale probabilmente devo la mia carriera universitaria era uomo dalle molteplici virtù e di grande umanità, uno dei più importanti studiosi di letteratura comparata in Italia e in Europa: il professor Armando Gnisci. Attraverso un’amica ho avuto il piacere di seguire le lezioni del professor Gnisci e deciso di inserire nel piano di studi l’esame di “Letterature Comparate”, preparandolo come primo esame. Il voto che il professore decise di assegnarmi mi era apparso un regalo già dal primo istante; ma a distanza di anni ho compreso che quell’uomo mi aveva regalato molto più di un bel voto immeritato: mi aveva donato una possibilità. La possibilità di credere in me, nelle mie capacità, nella mia passione. La possibilità di una vita diversa; infatti, per <<la vita la cura è cosa essenziale e irrinunciabile, poiché senza la cura la vita non può fiorire>> (Mortari, 2015, p. 11). Attraverso il suo insegnamento ho potuto apprendere qualcosa di fondamentale, cioè che l’apprendimento è il frutto del cambiamento e ogni processo di apprendimento porta ad un cambiamento e a una modifica nel quadro esistenziale della persona. Attraverso quel docente ho avuto l’opportunità di modificare il mio “quadro esistenziale” che ha comportato una modifica dei miei obiettivi e delle mie modalità di apprendimento. Un uomo di grande umanità che praticava umanità; per ricordarlo ho scelto la poesia di Nazim Hickmet, della quale non sono purtroppo riuscita a reperire la versione originale.
Prima di tutto l’uomo
Ama l’uomo:
non vivere su questa terra
come un inquilino
o come un villeggiante
nella natura.
Vivi in questo mondo
come se fosse la casa di tuo padre.
Credi al grano,
alla terra, al mare,
ma, prima di tutto, ama l’uomo.
Senti la tristezza
del ramo che secca,
Del pianeta che si spegne,
della bestia che è inferma,
ma, prima di tutto, la tristezza dell’uomo.
Che tutti i beni terrestri
ti diano a piene mani la gioia,
ma prima di tutto che l’uomo
ti dia a piene mani la gioia.