L’anima inquieta di Sante Nottarnicola è evidente dalla sua biografia e anche se vissuta in maniera differente per molti anni mi sono sentita un’anima inquieta anch’io. L’inquietudine è un sentimento e una sensazione fisica che provo, naturalmente, ancora e proverò, immagino sempre: è una delle esperienze costanti nel corso di una vita. Ma l’inquietudine dell’anima è un’altra cosa. E’ un senso di sradicamento, di insoddisfazione, di continua ricerca che non sembra portare a nulla. Invece, forse, in questo decennio che mi accompagna verso l’inizio della vecchiaia, mi sembra di aver sedato quel tormento, di aver trovato quello che a lungo ho cercato, di aver la possibilità di essere spesso “in pace”. Chissà se è un’impressione passeggera…
Con quest’anima inquieta
Come una vecchia
Amica tornò
Ancora la pioggia
A battere il tempo
Sul selciato
E la terra
La riceve tutta
Nel grembo
Mentre sorridono
Gli alberi
Nel respiro della primavera
Anch’io m’appresto
A riceverla
Con quest’anima inquieta
Che smania
E che vuol correre
Nei prati
Appena bagnati.