“Le parole sono sono pietre“, diceva Carlo Levi e come tali una volta scagliate non possono tornare indietro. Questo meraviglioso concetto viene ripreso nella poesia di Giorgio Caproni. La comunicazione funziona male se ascoltiamo le parole e basta, l’intenzione e la volontà di chi parla devono essere prese in considerazione, ma spesso, poiché viviamo in una società che ci ha abituato solo a fare attenzione alla mente, alle parole, alla vista, ci perdiamo tutto il resto. Nella mia esperienza lavorativa, la maggior parte degli incontri con i miei clienti si concentrano sulle sensazioni che le parole dell’altro ci rimandano. Parafrasando una grande donna, nessuno può farci sentire sbagliati, addolorati, tristi o feriti, senza che gliene forniamo l’opportunità. In poche parole, quando comunichiamo le nostre idee, i nostri pensieri, ma soprattutto le nostre ferite sono accanto a noi e se non ne siamo consapevoli rischiamo di fraintendere le intenzioni dell’altro, attribuendo significati che riguardano soltanto la nostra storia.
Sassate
Ho provato a parlare.
Forse, ignoro la lingua.
Tutte frasi sbagliate.
Le risposte: sassate.