In un libro di favole per bambini ho scoperto la poesia di Trilussa La tartaruga. Mi ha fatto pensare che spesso rischiare può comportare un pericolo, ma che dà comunque la possibilità di riuscire a vedere le cose da differenti prospettive. Riconsiderando il mio passato non potrei dire che non sono una persona che non rischia: ho rischiato tutto negli ultimi dieci anni, sicuramente. In questo periodo di confusione e sconforto mi capita spesso di ripensare alle strade che non ho voluto percorrere, ciò nonostante non ho rimpianti. Non sono mai stata una persona che recrimina il passato e a differenza di molti miei coetanei non vorrei tornare indietro o essere più giovane. Forse, in questo momento della mia esistenza non sono lucida a sufficienza per comprendere se la mie scelte siano state ben ponderate o le migliori,, ma voglio continuare a sperare che almeno prima di morire “vedrò le stelle”.
Mentre una notte se n’annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
– lo so – rispose lei – ma prima de morì,
vedo le stelle.