Prima del viaggio ci si accertia di aver ottemperato a tutti i doveri facendo tutti i controlli necessari affinché vada tutto bene. Mi piace però pensare che la poesia di Montale parli di un viaggio nel quale tutti siamo immersi e sul quale non abbiamo nessun controllo. Questa è la vita: un’avventura continua dove l’imprevisto è dietro ogni angolo e saperlo affrontare in maniera reale fa la differenza tra vivere e sopravvivere.
Prima del viaggio
Prima del viaggio si scrutano gli orari,
le coincidenze, le soste, le pernottazioni
e le prenotazioni (di camere con bagno
o doccia, a un letto o due o addirittura un flat);
si consultano le guide Hachette e quelle dei musei,
si cambiano valute, si dividono
franchi da escudos, rubli da copechi;
prima del viaggio s’informa
qualche amico o parente, si controllano
valige e passaporti, si completa
il corredo, si acquista un supplemento
di lamette da barba, eventualmente
si dà un’occhiata al testamento, pura
scaramanzia perché i disastri aerei
in percentuale sono nulla;
prima
del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che
il saggio non si muova e che il piacere
di ritornare costi uno sproposito.
E poi si parte e tutto è O. K. e tutto
è per il meglio e inutile.
E ora, che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo