Oggi parliamo di malinconia; ma anche di tristezza. Insomma di tutte quelle emozioni che ci hanno educato a pensare come negative. Dopo la lettura degli ultimi post di questo blog qualcuno mi ha chiesto se si dovesse cercare la gioia per scacciare la tristezza o la malinconia. E’ stato così che mi sono accorta che quello che avevo scritto poteva dare adito a un bias cognitivo! No, dobbiamo assolutamente sentire e vivere pienamente e totalmente tutte le emozioni, anche la malinconia, la tristezza e perfino il dolore. Ogni emozione che sentiamo, nel momento stesso in cui la sentiamo, ha un significato profondo per noi e non va assolutamente allontanata, evitata o scacciata per far posto a qualcos’altro. Allora proviamo a percepire la malinconia nella poesia di Hermann Hesse, che ci aiuta fin dalle prime righe a comprendere il motivo per il quale spesso la fuggiamo: “dei tuoi occhi oscuri avevo paura“. Cerchiamo di superare la paura delle emozioni, non esistono quelle negative o quelle positive, tutte hanno un senso e sono funzionali al contesto che viviamo. Ci servono, ci nutrono e ci danno la possibilità di continuare a crescere.
Alla malinconia
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
An die Melancholie
Zum Wein, zu Freunden bin ich dir entflohn,
Da mir vor deinem dunklen Auge graute,
In Liebesarmen und beim Kiang der Laute
Vergaß ich dich, dein ungetreuer Sohn.
Du aber gingest mir verschwiegen nach
Und warst im Wein, den ich verzweifelt zechte,
Warst in der Schwüle meiner Liebesnächte
Und warest noch im Hohn, den ich dir sprach.
Nun kühlst du die erschöpften Glieder mir
Und hast mein Haupt in deinen Schoß genommen,
Da ich von meinen Fahrten heimgekommen:
Denn all mein Irren war ein Weg zu dir.