Quando ho la prima ora a scuola riesco quasi sempre ad arrivare molto in anticipo. Mi siedo al mio banco, come docente di sostegno non ho “diritto” a un posto assegnato in maniera stabile e ho chiesto che mi venisse concesso un banco, e aspetto che l’aula si riempia. Il silenzio a scuola è qualcosa di veramente raro, direi eccezionale e per me che amo il silenzio quel momento ha un che di magico. In quel silenzio della prima ora mi perdo nei miei pensieri fin quando il suono della campanella mi riporta alla realtà. Sono ore dense, ore di giorni pieni, come quelli descritti dalla poesia di Aldo Nove.
Un’altra ora
Un’altra ora e ce ne sono tante
ce ne saranno ancora, forse meno
di prima, contenute nelle case,
costrette nelle cose, e forse troppe
ne restano, di ore da riempire,
di ore già passate,
non aggregate, pezzi di giornate
a farne uno, un giorno per intero,
almeno uno, un giorno che sia vero
ci basterebbe, credo, nel frastuono
iniquo d’ore, un giorno solamente.
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