Ieri sera dopo cena sul terrazzo della mia “casa delle vacanze” abbiamo guardato in alto nel cielo e ci siamo interessati sempre più a cercare tra le stelle il Grande carro, il Piccolo carro, Andromeda, Sirio e altre costellazioni. Abbiamo spento la luce e con la testa in su ciascuno di noi ha trovato le sue emozioni! L’astronomia mi ha sempre affascinato moltissimo, ma non sono ancora riuscita a trovare il tempi o il modo di trasformare questa passione in qualcosa di più approfondito. Magari quest’inverno sarà occasione per iniziare a apprendere i rudimenti di questa meravigliosa disciplina. Mentre con la testa rivolta verso il cielo scrutavamo le costellazioni qualcuno ha notato che tra tutte quelle stelle ci eravamo dimenticati della luna. La luna che cerco quasi ogni sera prima di andare a letto quando sono a casa: tra le mie abitudini serali, prima di coricarmi, mi affaccio al balcone a scrutare il cielo in cerca della luna. Anche dove vivo è abbastanza buio da permettermi di scrutare il cielo e ammirare la bellezza, il fascino e la meraviglia del mondo “sopra” di me! La luna non l’abbiamo trovata: eravamo a ridosso della luna nuova. Per questo ho cercato una poesia sulla luna e tra tutte ho scelto uno dei poemi di Percy Shelley: Alla luna.
Sei pallida perché
sei stanca di scalare il cielo
e fissare la terra
tu che ti aggiri senza compagnia
tra le stelle che hanno una differente
nascita, tu che cambi
sempre come un occhio senza gioia
che non trova un oggetto degno della
sua costanza?
To the moon
Art thou pale for weariness
Of climbing heaven and gazing on the earth,
Wandering companionless
Among the stars that have a different birth, —
And ever changing, like a joyless eye
That finds no object worth its constancy?
Thou chosen sister of the Spirit,
That gazes on thee till in thee it pities …