Ero stanchissima e avevo sonno, quella giornata era stata faticosa, ma ero ugualmente contenta.
Mi ero addormentata oltre le due di notte perché non ero riuscita a staccarmi dal romanzo che stavo leggendo.
Il modo che l’autore aveva usato per narrare quella storia che si alternava tra secoli differenti e che quasi prendeva spunto da una poesia, si dipanava con una scrittura fluida, ma al tempo stesso ricercata, che mi richiamava immagini simboliche fortissime. Mi sentivo trascinata in una sorta di sogno a occhi aperti anche perché lo scrittore utilizzava i sogni come spunto del suo racconto e trasmetteva con potenza narrativa le vicende dei protagonisti incatenandole tra loro attraverso il richiamo a vicende storiche e eventi geograficamente delineati. Qualcosa dalla quale non riuscivo a staccarmi e nonostante il sonno, la stanchezza e gli occhi che mi lacrimavano per lo sforzo avevo continuato fino in fondo, fino alla conclusione del libro.
Quei simboli richiamavano una profonda ricerca, un significato che non era solo legato alla singola vita del protagonista, ma collegato a una sorta di stirpe, che sottilmente sembrava indicare anche quanto a livello genetico dentro ciascuno di noi sia profondamente presente non solo la cultura di appartenenza, ma le vicende stesse della comunità dei nostri avi.
Il mare e la ricerca nei suoi fondali di qualcosa di sepolto, la poesia e le ricerche storiche, la malattia e la ricerca di guarigione, la follia di un’intera comunità, il maschile e il femminile, l’antenato come alter ego e moltissime altre immagini simboliche mi tenevano incollata allo scorrere delle pagine evocando dentro di me emozioni e sensazioni inaspettate e per certi versi incomprensibili.
Proprio qualche giorno prima mi era capitato sottomano un video dove Jung spiegava la potenza dei simboli e li definiva un’acquisizione subliminale che avveniva come fenomeno riflesso della coscienza. Attraverso il simbolo i sensi vengono tradotti dal piano della realtà a quella della mente e ogni esperienza attraverso di loro si manifesta tramite fattori sconosciuti che non siamo in grado di conoscere come la materia sostanziale in sé.
In quelle ore notturne, nel silenzio assoluto e il buio fuori attraverso la luce del mio comodino, forse l’unica ancora accesa in tutte le case del borgo, continuavo a leggere perché sentivo di accedere a qualcosa di maestoso e inspiegabile che non si sarebbe interrotto quando sarei giunta alla fatidica parola fine di quel magnifico romanzo.