L’illusione di aver concluso il mio lavoro sul sito si era infranta in breve tempo e mi ero dovuta rimettere all’opera; ci avevo dovuto lavorare per quasi tutto il giorno.
La mattina su una delle chat di gruppo era stato girato un video con l’aria del Nessun dorma, ma non ricordavo di quale opera si trattasse e avevo cercato sul web. Senza quasi accorgermene mi ero ritrovata a guardarne una versione, ma avevo da lavorare così l’avevo lasciata suonare in sottofondo.
Quasi tutto il ramo della mia famiglia paterna era appassionata di opera e operetta; anche mio padre, ma non aveva trasmesso a nessuno dei suoi rampolli la passione della parentela, né educato a quel tipo di ascolto. Mentre riascoltavo la Turandot mi era tornati alla mente alcuni pomeriggi domenicali, quando da piccola mi recavo a far visita alle zie paterne che rimanevano incollate al video della TV a guardare e ascoltare la lirica – a quei tempi il palinsesto della RAI prevedeva trasmissioni di quel genere non a orari da nottambuli. Di zia A. mi ricordavo perfino il racconto della sua passione per l’operetta e la sua voce mentre si affaccendava per casa intonando le sue arie preferite.
Da adulta avevo assistito a alcuni spettacoli della stagione estiva dell’Opera di Roma al Circo Massimo. L’idea di poter entrare di notte dentro il sito archeologico e il poter assistere a eventi così particolari mi aveva affascinato e scoperto che c’era la possibilità di biglietti a costi abbordabili ne avevo approfittato. Quando un’estate avevo proposto a una delle mie cugine, che era venuta a vivere a Roma, se voleva venire a uno degli spettacoli ne era stata ben felice, così mi ero presa l’incarico di acquistare i biglietti online.
Abitavamo distanti e ci eravamo date appuntamento davanti alla biglietteria; al mio arrivo avevo scoperto che lei aveva invitato una sua amica con la figlia, ma quando eravamo andate a chiedere se c’era possibilità di avere altri biglietti per posti vicini a quelli nostri l’impiegata quasi ci aveva riso in faccia – avevo comprato i biglietti oltre un mese prima per riuscire a averli a un prezzo accessibile. Erano rimasti solo posti in prima fila; senza che me ne accorgessi mia cugina aveva cambiato i nostri biglietti e acquistato i due in più. Non ho mai saputo quanto fossero costati e non oso ancora immaginarlo, ma quando ci eravamo avviate verso i posti e mi ero resa conto di avere invece della scomoda sedia di plastica delle ultime file una larga e comoda poltrona dalla quale sembrava quasi possibile toccare la scena la felicità mista a stupore e meraviglia mi aveva lasciata senza parole.
Non potrò mai scordare quella tiepida sera d’estate al Circo Massimo mentre con le stelle sopra la testa ho avuto l’opportunità di ascoltare e vedere dal vivo Il Rigoletto sentendomi quasi una principessa!