Durante la colazione insolitamente avevo sentito caldo e invece di togliermi la pesante felpa che indossavo avevo deciso di aprire la finestra. Mentre tenevo ancora la maniglia sull’anta avevo percepito un’ombra muoversi e solo voltandomi avevo avuto modo di capire di cosa si trattasse. Una libellula era entrata, doveva essere proprio appoggiata sul battente e lo sbalzo l’aveva catapultata all’interno della stanza quando l’avevo spostata.
La libellula nella tradizione e nelle leggende di quasi tutte le culture è simbolo di libertà e messaggera di positività: rappresenta la trasformazione e la mutevolezza della vita. Come non interpretare quel segno in maniera benevola proprio in quel momento storico?
Associavo le libellule alle mie camminate serali di fine estate. Quando l’ernia mi era tornata avevo ripreso l’abitudine di camminare tutti i giorni. Per le camminate avevo scelto un unico percorso: la via che dalla parte est del paese si dirigeva verso la fonte; quella strada poco frequentata era percorsa da gran parte degli abitanti che tutti i giorni si facevano una passeggiatina o andavano a correre. Naturalmente non si trattava di un numero elevatissimo e spesso nel mio andirivieni capitava di non incontrare nessuno, ma verso la fine di agosto al ritorno verso casa le libellule avevano preso a farmi compagnia. Evidentemente quell’orario in quel periodo dell’anno era particolarmente propizio, era bello poterle osservare mentre mi svolazzavano intorno e talvolta mi accompagnavano fin quasi alle soglie di Porta Cancello, una delle porte di accesso al centro storico del paese.
Sul finire di quell’estate durante le mie passeggiate avevo preso l’abitudine di raccogliere i fichi da alcuni alberi che si trovavano sul ciglio della strada. Quindi avevo avuto modo di sperimentare l’arte dell’essicazione e della conservazione: i fichi che ero riuscita a essiccare alla fine di agosto li avevo centellinati preziosamente durante le colazioni di gran parte dell’inverno; mentre le marmellate erano state custodite e utilizzate con parsimonia per crostate e biscotti ripieni. Delizie delle quali avevo gioito durante i giorni bui della stagione fredda.
Il ricordo di quel finire d’estate, associato a libellule e fichi, mi riempie ancora l’anima di un’indicibile e tenera gioia.