Quella mattina iniziata con pochissima voglia di uscire persino dal letto si era trasformata totalmente in poche ore! Verso l’ora di pranzo ero uscita di casa in abbigliamento sportivo per andare a fare il mio allenamento: la mia camminata-corsa che avevo smesso di fare da quasi tre mesi!
Mentre finalmente all’aria aperta con il sole che mi scaldava la pelle, la giornata calda aveva permesso di stare per quasi tutto il tempo in maniche corte, sentivo i muscoli riattivarsi, percepivo un’energia dirompente: una sorta di energia propulsiva mi spingeva, mi sollecitava a procedere sempre più in là, lontano, verso l’esterno. E infatti, ero riuscita a arrivare tranquillamente fino alla fonte. Il percorso di oltre otto chilometri che non facevo da quasi tre mesi era stato facile da affrontare! Mi aveva stupito il non sentire la stanchezza considerata la persa abitudine; è vero che da mesi facevo comunque altre attività sportive, ma in maniera incostante, e non credevo che sarei riuscita a rifare il percorso di sempre per intero!
Quell’energia, quella spinta mi permeava il corpo e mi dava nuova speranza! Sui social impazzavano da giorni video e post del “tutto andrà bene”; non riuscivo a dare molto credito a quelle affermazioni, ma quello che provavo mi confortava.
Le sensazioni dei giorni precedenti erano palesemente opposte a quelle odierne. Era come se in una parte di me sentissi come una sorte di morte in atto, mentre da qualche altra una prepotente energia vitale tentava di farsi spazio. La morte non è detto debba essere necessariamente la conclusione di tutto; infatti, se non si può negarne l’infausto messaggio di qualcosa che finisce, è abbastanza vero che a ogni fine corrisponde sempre un inizio. Infatti, quei giorni erano messaggeri di un esordio: il principio di una primavera anticipata; il sole, il caldo, il fiorire degli alberi esprimevano in tutto il loro splendore l’arrivo di una delle mie stagioni preferite. Anche se spesso la primavera coincideva con la comparsa della mia allergia, da anni avevo imparato ad amarla e apprezzarla profondamente!
Dopo tre mesi di scarsa energia, di voglia di casa (quando ancora non era obbligatorio), di rimanere tra le coperte fino a tardi la mattina, di immobilità e inerzia adesso percepivo il risveglio del mio corpo, dell’energia che lo muoveva, della voglia di movimento e vitalità!
L’ordinanza non era totalmente chiara sul fatto che la mia camminata fosse fuori legge e mentre ritornavo verso il paese avevo visto una macchina dei carabinieri in lontananza sulla strada. Prima di uscire di casa avevo pensato all’eventualità di essere fermata e contrariamente a quanto facevo di solito quando andavo a camminare per allenarmi, avevo portato con me il documento d’identità. Non c’era stato bisogno di esibirlo, la volante o aveva cambiato strada oppure mi ero velocemente addentrata tra i vicoli del centro storico dove nemmeno le macchine in genere si avventurano ed ero arrivata a casa.
Prima di pranzo avevo dato uno sguardo veloce alle email e avevo scoperto che una mia conoscente mentre aspettava davanti a un palazzo per ritirare i prodotti del GAS era stata fermata dalla polizia e da loro redarguita. Il suo racconto mi aveva trasmesso l’ansia e l’inquietudine di quello che temevo maggiormente in quei giorni: uno stato di polizia.
Si erano alternati per tutto il giorno momenti di stabile serenità a momenti di malumore e pensieri oscuri.
Era possibile che dopo essere stati affetti da una cecità di massa, proprio come racconta Saramago in uno dei miei libri preferiti, saremmo usciti dalla quarantena e ci saremmo risvegliati in un mondo completamente diverso? Le immagini di un colpo di stato silente mi rievocavano i racconti del golpe in Cile. Non sapevo perché proprio quelle immagini e quelle idee, che non facevano sicuramente parte della mia storia di italiana, si affollassero nella mia mente, ricordandomi libri e film che appartenevano alla mia giovinezza.