Finalmente da quando era iniziata la quarantena era venuto anche per me il momento di tirare a lucido casa!
I primi giorni dell’isolamento mi aveva divertito scoprire sui social e interagendo con gli altri che le pulizie e la sistemazione di casa andavano per la maggiore. In generale pulire casa non era tra le attività che più mi piacevano, la mia casa era quasi sempre molto ordinata, gradivo molto di più mantenere l’ordine che non dedicarmi alle vere e proprie faccende di casa. Per tale motivo tentavo di sporcare il meno possibile o ripulire subito o quando facevo qualche disastro; ma per quanto potessi stare attenta prima o poi la polvere e lo sporco diventavano evidenti e se anche qualche volta procrastinavo, il tempo di darmi alle pulizie arrivava quasi sempre per cause di forza maggiore.
Non mi ero sprecata più di tanto in pulizie approfondite da quando l’isolamento forzato ci aveva costretti dentro casa, avevo continuato con le mie abitudini di attenzione al non sporcare, ma adesso si rendeva necessario un intervento approfondito. I giorni prima mi ero dedicata alle lavatrici, che vivendo sola e rimanendo in casa non si erano accumulate più di tanto, invece quella domenica mi ero proprio data alle cosiddette pulizie primaverili.
Avevo spostato mobili, alzato sedie, sollevato tappeti, sbattuto tende e divani, spolverato perfino sopra i mobili alti e i lampadari, rifatto il letto, lavato vetri e pavimenti, insomma tutte quelle attività che per quanto faticose e noiose potessero apparirmi erano diventate necessarie.
Da qualche anno avevo conquistato sempre più l’indipendenza dal senso di colpa e dal senso del dovere e anche se qualche volta mi accorgevo che, come in quel caso, le pulizie dovevano essere fatte, non mi ero smossa finché non erano diventate una mia necessità. Quella differenza che poteva apparire incongrua o forse banale per me era stata una conquista e aveva determinato una differenza sostanziale del mio approccio agli accadimenti della vita, dal più insignificante al più grande. La differenza che mi spingeva in quella bellissima tiepida e lunga giornata primaverile a affaccendarmi in attività poco piacevoli diminuiva il senso dell’obbligo e si trasformava in qualcosa che appunto si rendeva indispensabile proprio per me, per il mio benessere personale.
Non pulivo perché si doveva o per qualcun altro, pulivo perché adesso e solo adesso volevo godere di una casa brillante, profumata e linda.
Alla fine della giornata dal mio divano, non più una cuccia, ma un confortevole e pulito giaciglio, contemplavo il soggiorno mentre la luce del tramonto si diffondeva all’interno di quello spazio nitido e odoroso e gradualmente si diffondeva in me la sensazione di stare riacquistando anche una lucidità mentale che apriva il varco al riattivarsi del pensiero critico che negli ultimi giorni sembrava avermi abbandonato. Un pensiero che riusciva a valutare in maniera sempre più lucida gli ultimi avvenimenti.