In cinese l’ideogramma della parola crisi è composta da due caratteri che significano rispettivamente “pericolo” e “opportunità”. Questo era l’incipit di uno degli articoli più interessanti che avevo letto durante gli ultimi venti giorni; ma in quell’articolo mi avevano colpito altre due frasi. Una citazione del fisiologo Claude Bernard: il microbo non è niente, il terreno è tutto>> e la frase che recitava che le idee preconcette sono necessarie e indispensabili poiché non si costituisce niente senza di esse, ma che bisogna saperle abbandonare quando non hanno più ragione di essere. Se inizialmente quelle due frasi mi avevano fatto riflettere sulla situazione mondiale, ero poi passata a chiedermi quali idee preconcette dovevo abbandonare per poter permettermi di vivere la mia vita post CoViD in maniera ancora più totale. Per quanto continuassi a rifletterci non riuscivo a trovarne.
Sapevo quanto fosse impossibile che non avessi idee preconcette; nell’arco degli ultimi dieci anni molte di quelle idee erano state smantellate e la maggior parte di esse era strettamente connessa a un’attitudine alla generalizzazione. Studiare e conoscere come funziona il cervello e iniziare a praticare una ristrutturazione delle mie mappe cognitive legate al linguaggio che usavo mi aveva permesso di ampliare le mie prospettive rispetto alla risoluzione di molti problemi affrontati.
Una tecnica che usavo spesso anche con i miei clienti: partire dalle parole e analizzarle o scomporle; ricercare l’etimo o il significato più ampio che dei vocaboli spesso viene offuscato, dimenticato talmente da divenire desueto. Una modalità di pensare al linguaggio come costruttore di significanti. Mi era capitato spesso di cogliere la sorpresa e lo stupore sui volti di molte persone quando proponevo un possibile punto di vista che la parola conteneva e che non faceva parte dell’orizzonte comunemente immaginato. Il nuovo significato che la parola andava a assumere aumentava in maniera significante la possibilità di considerare una modalità di rapportarsi al mondo prima impensabile.
Una semplice e banale parola, non più emessa senza riflessione, da insignificante si trasformava in significativa!