Quella notte avevo dormito solo due ore! Mi ero svegliata all’1:51 e non c’era stato verso di riaddormentarmi! Così proprio mi sembrava di non resistere.
A causa della stanchezza per tutto il giorno non avevo combinato quasi niente. Eppure di cose da fare ne avevo parecchie, ma il malessere causato dal sonno (o come si dice dalle mie parti “la lissa”) aggravata dalla prima giornata di tempo bigio, dopo le meravigliose settimane di bel tempo, mi avevano sfiancato e tutta l’energia e la gioia dei giorni precedenti era stata offuscata.
Avevo trascorso il pomeriggio sul divano avvolta nelle coperte, non sapevo se effettivamente la temperatura si fosse abbassata o se la sensazione di freddo fosse provocata dal non aver dormito, ma addirittura la sera avevo acceso i termosifoni. Per quanto l’impianto di riscaldamento fosse adeguato a diffondere calore in tutta la casa mi mancava la presenza del camino. La casa precedente, dove avevo vissuto per più di quattro anni, aveva il termocamino e soprattutto nel primo pomeriggio o a tarda sera il calore che emanava mi riempiva di gioia e mi consentiva di trascorrere intere ore solo a osservare le evoluzioni della fiamma. Quando avevo freddo mi avvicinavo la poltrona e appoggiavo sul vetro bollente i piedi avvolti in calzini e pantofole; un giorno inavvertitamente avevo perfino bruciato le suole delle mie ciabatte preferite.
Durante gli anni di permanenza in quella casa avevo scoperto che la vicinanza al camino era l’unica cosa che riusciva a farmi smettere di sentire il freddo. Per quanto cercassi conforto vicino ai termosifoni facendo aderire quasi tutto il corpo, non era, né poteva essere, la stessa cosa!