Nonostante fossi andata a coricarmi molto presto non ero riuscita minimamente a prendere sonno in fretta. Anzi, doveva essere passata la mezzanotte quando finalmente Morfeo mi aveva accolta tra le sue braccia.
In quei giorni dormivo poco rispetto al mio solito! Non sapevo se fosse a causa di tutta l’energia che si era sprigionata dal mio corpo per l’istinto di sopravvivenza o per l’arrivo delle belle giornate, che negli ultimi anni avevano su di me una sorta di effetto rinvigorente.
Alle 4.27 mi ero svegliata: avevo caldo e dovevo andare in bagno. Di ritorno dal bagno avevo leggermente socchiuso la porta finestra della mia camera e mi ero rimessa a letto. Mentre tentavo di riaddormentarmi avevo udito il fischiettare di alcuni uccellini. Il mondo dei sogni faceva fatica a riavvilupparmi e con gli occhi semi aperti ogni tanto allungavo lo sguardo fuori dalla finestra. Pian piano una sorta di nebbia mi sembrava si spandesse all’esterno, ma poi mi ero accorta che si trattava della fioca luce dell’alba che stava sorgendo. Non ricordavo quando era stata l’ultima volta che avevo visto sorgere l’alba, ma probabilmente il motivo che mi aveva spinto a alzarmi a quell’ora aveva distolto la mia attenzione dallo spettacolo che si svolgeva all’esterno.
Mentre tentavo in tutti i modi di riprendere sonno mi ero ricordata che proprio la mattina precedente avevo cliccato sull’icona giornaliera che il motore di ricerca proponeva, cosa che facevo veramente di rado, e avevo letto che l’equinozio di primavera del 2020 era previsto per le 4.45 del 20 marzo. Era quello il motivo per il quale non riuscivo a riaddormentarmi?
Forse non avevo mai avuto occasione di assistere alla prima alba dell’equinozio di primavera e l’idea che il mio corpo avesse sentito così intensamente quella connessione mi suscitava un’emozione di gioia immensa!