Il mese di febbraio volge al termine e la poesia di Ada Negri ispira sensazioni di promessa di nuove primavere, nuovi inizi. Poiché non si raggiunge mai uno stadio di sviluppo stabile, solido, definitivo, navighiamo e oscilliamo fluidamente, spesso inconsapevolmente, tra le diverse scene della nostra esistenza. La nostra identità si modifica e si può anche disperdere perché le diverse scene, che non sono controllabili ne prevedibili, possono costruire identità diverse. I nuovi inizi rappresentano allora le soglie di passaggio tra un’identità e l’altra, il passaggio dal breve febbraio alla promessa di rinascita che intrinsecamente il mese di marzo porta con sé.
Violette di febbraio
Anche quest’ anno andrai per le violette
lungo la proda, nel febbraio acerbo.
Quelle pallide, sai, che han tanto freddo,
ma spuntano lo stesso, appena sciolte
l’ultime nevi; e fra uno scroscio e un raggio
ti dicono: “Domani è primavera!”.
Una voce ti chiama alla campagna:
e vai; e i piedi ti diventan ali,
sì alta è la promessa ch’è nell’aria.