L’autunno mi ha spesso reso triste, malinconica e non è tra le mie stagioni preferite, così come per la moglie di Saba. Quest’anno, tuttavia, l’arrivo del fresco, della pioggia e della luce ridotta non mi ha dato fastidio, anzi, l’ho accolto con serenità. Mi sono ritrovata, in uno dei pomeriggi di fine settembre, seduta sul divano con i miei cani accanto avvolta in una leggera copertina mentre guardavo un film e mi sono accorta che stavo vivendo un momento felice. Gli attimi felici possono apparire spesso insignificanti, perché quando ci mettiamo in ascolto delle nostre emozioni e sensazioni scopriamo che non è necessario che siano momenti epici, possono essere istanti della nostra quotidianità.
Autunno
Che succede di te, della tua vita,
mio solo amico, mia pallida sposa?
La tua bellezza si fa dolorosa,
e più non assomigli a Carmencita.
Dici: “È l’autunno, è la stagione in vista
sì ridente che fa male al mio cuore”.
Dici – e ad un noto incanto mi conquista
la tua voce –: “Non vedi là in giardino
quell’albero che tutto ancor non muore,
dove ogni foglia che resta è un rubino?
Per una donna, amico mio, che schianto
l’autunno! Ad ogni suo ritorno sai
che sempre, fin da bambina, ho pianto”.
Altro non dici a chi ti vive accanto,
a chi vive di te, del tuo dolore
Che gli nascondi; e si chiede se più mai,
anima, a dove e a che, rifiorirai.