E’ diverso ascoltare la pioggia mentre sdraiati nel letto si gode del tepore delle coperte, oppure ascoltarla durante l’estate. Differenti e altre sensazioni arrivano mentre udiamo la pioggia che batte sul parabrezza della macchina in viaggio in una mattinata scura come la notte. La poesia di Alda Merini si sofferma a riflettere sull’ascolto della pioggia. Il mio ritorno a scuola è coinciso proprio con una bruttissima e buia giornata di pioggia; mentre mi avviavo a lavoro all’alba dopo settimane senza sveglia, ho percepito tutta la fatica di alzarmi presto e guidare a lungo con pioggia, buio, nebbia e solitudine. Non è stata una bella sensazione, ma dopo la pioggia torna sempre il sereno!
Ascoltavo la pioggia
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L’infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l’oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.