Amore o morte? In queste ultime settimane ho riscoperto un autore che mi piace molto perché usa il linguaggio, le parole, in maniera giocosa, oserei dire gioiosa. Uno dei suoi ultimi testi si intitola l’Amorte: il gioco di parole tra amore e morte è particolarmente interessante a mio avviso. Si tratta di Alessandro Bergonzoni e la poesia che ho scelto oggi non ha un titolo specifico, ma suggerisce l’idea dell’amore, di un amore che va oltre il giudizio e le aspettative, che spesso limitano le forme d’amore. Forse amare è una delle forme del morire, di un morire che è assolutamente legato alla rinascita. Perché forse, ogni giorno abbiamo la possibilità di imparare ad amare e la forma che assume nella nostra essenza ci permette di far morire parti del nostro ego per riuscire a connetterci a una dimensione imperscrutabile; una sorta di “amore cosmico”.
Lasceresti solo un calabrone
l’ultima ora della sua vita
se sapessi che ha volato ottanta ore ininterrotte
per poter morire proprio vicino a te?
Se si,
io voglio diventare quel calabrone
se no,
diventa tu quel calabrone
e volerò io da te.