Il romanzo che stavo leggendo raccontava marginalmente anche di come la storia di una poesia avesse influito nella vita del personaggio e tra righe e citazioni ero “ritornata” alla poesia
“[…] Di questa poesia / mi resta / quel nulla / d’inesauribile segreto.”
Da qualche giorno avevo ripreso a leggere poesie. In non so più quale periodo della mia vita avevo deciso di imparare a memoria una poesia al giorno. L’intento aveva avuto breve durata, ma era rimasta l’abitudine di leggere una poesia prima di addormentarmi; sul mio comodino troneggiava un volume di poesie di scadente tiratura, ma che conteneva tra le più belle poesie della lingua italiana.
Chissà come era nato in me l’amore per la poesia, non ho ricordi scolastici di gran rilievo; l’’unico avvenimento scolastico legato a una poesia riguarda il mio fratello più piccolo e, credo, una delle prime poesie che doveva imparare a memoria. Il ricordo è vago e confuso, ma mi sembra quasi di udire me e mia madre recitarne alcuni versi mentre lui tenta di ripeterli. Probabilmente, da un rapido calcolo dell’età in cui alle elementari si richiedeva agli alunni di imparare le poesie a memoria e la differenza di età tra noi due dovrei essere stata sulla soglia della maggiore età: circa due vite fa.
Alla poesia ero “ritornata” alla fine di una relazione amorosa: anche in quella occasione avevo deciso di leggere una poesia ogni sera, prima di chiudere gli occhi e “affidarmi a Morfeo”. Anche per quest’evento i ricordi sono confusi, ma non c’era più l’enorme tomo sul tavolino accanto al letto, le cercavo sul web dal cellulare. Ben più triste lettura dovrà essere stata al tempo, probabilmente connotata da inquietudini e abbattimenti legati al momento che stavo vivendo.
In generale, tuttavia, la poesia mi rende malinconica: non si tratta di una malinconia che vivo in maniera negativa; infatti, forse è più un effetto che stimola introspezione e riflessività e genera in me una sensazione diffusa dove il connubio tra gioia e tristezza sono miste in un inscindibile legame.
Una delle mie poesie preferite l’ho voluta ricopiare in bella scrittura con un tratto a china e incorniciare: troneggia di fronte al mio letto da anni in modo da poterla vedere e recitare ogni volta che ne ho bisogno.
Amore dopo amore
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.
Derek Walcott