Nell’ultima settimana ho trascorso giornate intere al mare; dalla mattina alla sera ho passeggiato, fatto i bagni, pranzato o cenato e scrutato l’acqua in eterno movimento. Ieri nel tratto di mare che osservavo dal mio lettino è accaduto qualcosa di speciale. D’un tratto il mare ha iniziato a fare un rumore diverso, in lontananza si vedeva un’ombra che si muoveva velocemente e la corrente si è mossa in maniera particolare. Sembrava quasi che si muovesse in direzioni opposte e si congiungesse verso riva. In tanti ci siamo alzati dal lettino e ci siamo avvicinati alla riva, chi era già in acqua si è accorto soltanto della “chiazza” che si spostava. Mentre tutto ciò accadeva ho avuto una sorta di impalpabile sensazione che qualcosa di straordinario stesse accadendo; tuttavia non ho avuto il tempo di assaporare appieno il momento. Istintivamente mi sono sollevata dal lettino e mi sono avvicinata alla riva, non sono neanche riuscita a vedere l’ombra che si spostava. Ho iniziato a passeggiare nella direzione indicatami, ma non sono riuscita a raggiungerla, né a intravederla. Il mare ha da sempre rappresentato per me un qualcosa di inspiegabile che forse soltanto la poesia di Charles Baudelaire, L’uomo e il mare, riesce parzialmente a esprimere.
Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
nell’infinito svolgersi dell’onda
l’anima tua, e un abisso è il tuo spirito
non meno amaro. Godi nel tuffarti
in seno alla tua immagine; l’abbracci
con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
si distrae dal tuo suono al suon di questo
selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d’ogni vostro
segreto. Ma da secoli infiniti
senza rimorso né pietà lottate
fra voi, talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte, o lottatori
eterni, o implacabili fratelli!
L’Homme et la mer
Homme libre, toujours tu chériras la mer!
la mer est ton miroir; tu contemples ton âme
dans le déroulement infini de sa lame,
et ton esprit n’est pas un gouffre moins amer.
Tu te plais à plonger au sein de ton image;
tu l’embrasses des yeux et des bras, et ton coeur
se distrait quelquefois de sa propre rumeur
au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.
Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets:
homme, nul n’a sondé le fond de tes abîmes;
Ô mer, nul ne connaît tes richesses intimes,
tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!
Et cependant voilà des siècles innombrables
que vous vous combattez sans pitié ni remords,
tellement vous aimez le carnage et la mort,
Ô lutteurs éternels, ô frères implacables!