Ancora giorni di attesa, e mentre aspetto mi sento frammentata, inquieta, a volte impaurita. La mia salute psicofisica non è al top, il mio corpo parla, si lamenta, un fuoco arde dentro di me e lo esterno sulla pelle con grande fastidio e spesso sofferenza. La poesia di Mario Luzi mi suggerisce che questa è una pausa, che la traversata non è ancora finita e forse un’illuminazione mi attende al termine di queste “strane giornate”.
Frammento
Riemerge in lontane chiarità
dalle sue latebre azzurre
e grigie, si sveglia,
terra orciana,
alla nostra prima smania
fino alle ultime pendici
ed apre
nebulosa
ancora, opalescente
la sua oasi
a questa pausa
della nostra traversata.
Pausa?
o non lenta
illuminazione
del torbo e dell’oscuro
del cuore –
e intanto ascesa
del fragore
chioccio e sordo
degli uccelli verso il canto,
il silenzio,
il canto ancora
e il grido di felicità
nel colmo
del giorno…